È in fase di emanazione un bando per il reclutamento di sessantamila volontari che, come ha annunciato il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia, ideatore di questa nuova “figura professionale”, “saranno a disposizione dei sindaci con il loro sorriso e la loro educazione, e ricorderanno, nei luoghi degli assembramenti, che bisogna fare ancora qualche sacrificio”.
Ebbene, sì.
L’ha detto davvero.
Presto, o forse no – visti i precedenti cui ci ha abituato questo governo, che pare soffrire di “annuncite” cronica, senza che ai reboanti proclami faccia seguire i relativi atti amministrativi in tempi ragionevoli – potremmo essere supervisionati da un esercito di non meglio specificati ultronei figuri che avrebbero la facoltà di palesarsi al nostro cospetto, magari al tavolo di un bar, per ricordarci, qualora fossimo riusciti a dimenticarlo, che dobbiamo rispettare le famigerate “distanze sociali”.
Una sorta di “memento mori” umano che, a poco più di un metro di distanza, ovviamente, potrebbe rovinarci la serata.
Ma con educazione.
E col sorriso.
Fa sapere Boccia.
Qualora qualcuno si mostrasse tanto ostinato a non attenersi al mare magnum di direttive in materia di contenimento del virus, però, tali sorveglianti potranno allertare le forze dell’ordine per segnalare i disobbedienti.
Ma con educazione.
E col sorriso.
Ricordiamolo.
Le forze dell’ordine, che quindi diventerebbero dei controllori al quadrato, avranno poi l’onere verificare le irregolarità contestate ai poveri malcapitati ed, eventualmente, comminare le sanzioni previste.
Un’ennesima task force – espressione che piace tantissimo a Conte, Casalino & Co. – di uomini e donne dotati di nessuna competenza specifica ma che, come requisito fondamentale vantano nel proprio personale palmares uno status di disoccupato, di percettore di reddito di cittadinanza o di altri ammortizzatori sociali. Ah, anche educazione e sorrisi, ovviamente.
Che poi qualcuno possegga anche un’indole da Hannibal Lecter poco importa.
Saranno ben sessantamila – che su una popolazione di poco più di sessanta milioni di italiani vuol dire uno ogni mille abitanti – e presteranno servizio nel proprio comune di residenza per non più di sedici ore settimanali distribuite al massimo su tre giorni, percepiranno un’indennità da parte dell’Inail in caso di infortunio e avranno una copertura assicurativa di responsabilità civile verso terzi.
Evidentemente il ministro Boccia deve aver già messo in preventivo che non tutti apprezzeranno le incursioni educate e sorridenti di queste moderne “truppe cammellate”, sprovviste di gobbuti quadrupedi ma dotate di pettorine azzurre e di una buona dose di sadismo misto a masochismo.
Perchè non bastavano le ormai quotidiane scene di liti e contestazioni da nord a sud, isole comprese, non erano sufficienti i “tutti contro tutti”, le teorie complottiste, i negazionisti del Covid, gli spioni e gli urlatori compulsivi da balcone.
No.
Gli italiani sentivano certamente il bisogno di delatori in servizio a tempo determinato e part time, che altra funzione reale non hanno se non quella di cercare di coprire l’incapacità di tanti politici palesemente non all’altezza del proprio ruolo istituzionale.
In questi mesi abbiamo imparato, a nostre spese, che spesso la toppa è peggio del buco e che molti di queste personaggi che si assurgono a salvatori della Patria, sono soltanto piccole pedine di un indegno sistema politico, che fa dell’assistenzialismo e delle consulenze esterne il suo costoso modus operandi, con il triplice scopo di accaparrarsi prebende, di raccogliere consensi e di mascherare la sua totale incompetenza. E il reclutamento degli assistenti civici sembra proprio propendere a favore di questa tesi.
A quanto si è scoperto, però, il ministro Boccia ha fatto una vera e propria fuga in avanti annunciando un provvedimento che non era stato condiviso con nessuno.
Neppure con la sua stessa maggioranza.
Fioccano infatti dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, e questo era scontato, accompagnate da non altrettanto scontate levate di scudi da parte della maggioranza.
Tutti contro l’istituzione degli assistenti civici.
Persino i Ministri del Lavoro e dell’Interno, Catalfo e Lamorgese, hanno riferito di non essere stato interpellati dal collega Boccia nell’attuazione di questo progetto che coinvolge anche comparti di loro competenza.
A nulla è servito che il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, lanciasse un’ancora di salvataggio al ministro degli Affari Regionali specificando che, oltre alle ronde cittadine, gli assistenti civici dovrebbero occuparsi anche di contare gli ingressi nei parchi o nei mercati e di distribuire generi alimentari e farmaci alle persone impossibilitate ad uscire dalle loro abitazioni, per coadiuvare i sindaci nella gestione dell’emergenza. Sindaci, peraltro, lasciati anch’essi fuori da qualsiasi tavolo decisionale. In perfetto stile ministeriale.
Ormai la frittata è fatta e l’iniziativa di Boccia è stata giustamente “bocciata” da destra, da sinistra e pure dai cinquestelle, riuscendo nell’impensabile impresa di mettere tutti d’accordo.
Chapeau, Ministro! Con educazione. E col sorriso, si intende.
Ancora non sappiamo se a conclusione di questa singolare querelle saremo davvero controllati dai nuovi paladini dell’ordine pubblico, educati, sorridenti e di azzurro bardati, o se, al contrario, gli assistenti civici resteranno delle figure mitologiche di cui presto ci dimenticheremo, ma ciò che sappiamo è che gli italiani, come loro consuetudine, nelle ultime ore si stanno scatenando sui social per esprimere le proprie opinioni in merito.
Con educazione, non sempre.
Col sorriso, idem.
Autore: Mariel Attia